lunedì, luglio 22, 2013

Incontro con l'Amministrazione Comunale



Questa mattina abbiamo incontrato il Vicesindaco Eugenio Madeo e gli assessori Concetta Sangineto e Pietro DiSanto per parlare della prossima Conferenza di Servizi in cui si discuterà del progetto di impianto eolico a San Nicola Arcella. Da parte nostra eravamo presenti Annamaria Migliaccio ed io, non essendo stato possibile allargare la partecipazione a causa del breve preavviso.
Abbiamo esordito con una generica domanda di come andavano le cose in Comune, alla quale il Vicesindaco ha risposto con una concisa, ma esauriente descrizione delle iniziative intraprese per ridurre i costi del personale dirigente, per sistemare l'annosa questione dei tributi (progressi lenti, ma che si stanno materializzando).
I grossi problemi del comune derivano da poste di spesa a cui mancano, in tutto o in parte, i corrispondenti incassi, oppure finanziamenti spesi per altri scopi non autorizzati per cui mancano le opere delle quali bisogna render conto.
Per quanto riguarda l’impianto eolico abbiamo fatto presente l’importanza di andare alla Conferenza di Servizi con una posizione ben definita e con le relative concrete motivazioni. Il Vicesindaco ha confermato di avere abbondante documentazione, incluso il documento del nostro avvocato Francia, ed altra di varie fonti. Trova anche lui ridicolo il documento di impatto ambientale in quanto le pale, certo non visibili da Verbicaro o dalla piazzetta del centro di San Nicola, sono certamente visibili da qualsiasi punto del golfo di Policastro, se si esclude la costa di Maratea e Sapri.
Il Comune manifesterà la loro assoluta opposizione al progetto ed eccepirà, comunque, la nullità della Conferenza per mancanza dei documenti che la Società Renova avrebbe dovuto inviare a tutti gli invitati, cosa rilevata anche in una lettera della Soprintendenza. 
Ha affermato, comunque, che il Comune non ha mai firmato la Convenzione con la ditta, che la ditta stessa non ha mai pagato sostanziosi diritti di segreteria, per cui la mancata firma dovrebbe essere imputata ad una loro inadempienza ed, infine, si domandava quale società produttrice di energia elettrica potrebbe essere realmente interessata alla effettiva realizzazione del progetto, viste le evidenti difficoltà ambientali e la incostanza, a tutti ben nota, del vento a San Nicola Arcella.
Abbiamo poi parlato della fatiscente struttura sul fianco del vallone della Marinella ed il Vicesindaco ci ha comunicato che intendono chiedere alla Regione i fondi per il suo abbattimento (opera non facile e certamente molto costosa). Bisognerà risolvere anche il problema di come convincere gli attuali proprietari che ne sono venuti in possesso ad un’asta giudiziaria per una somma molto ridotta. Oltre all’alternativa di uno scambio di terreno, potrebbe essere preferibile consentire la creazione di una terrazza bar o qualcosa del genere, in cambio della eliminazione di gran parte della struttura (personalmente ritengo, ma non ne ho fatto cenno, che la struttura è fatiscente e debba essere eliminata completamente e qualsiasi cosa si voglia realizzare debba essere costruita ex novo, semmai sulle stesse fondazioni).
Infine abbiamo sollevato il problema del nostro esposto Mare Sporco. Ho spiegato che era stato indirizzato anche alla Procura della Repubblica in quanto faceva propria una precedente denuncia inviata, per l’appunto a tale Ente. (Riconosco che, in mancanza di una denuncia di inadempienza o di abuso, la Procura della Repubblica, in effetti, non ha competenza, ma certamente hanno competenza gli altri destinatari e soprattutto le organizzazioni sanitarie, il Parco Marino e e gli altri enti in indirizzo.)
Comunque, il nostro esposto non era accusatorio e, checché se ne pensi, non vi era nessuna specifica accusa di inadempienze da parte del Comune di San Nicola Arcella, né alcuna accusa di malfunzionamento dei suoi depuratori, ma mirava a far svolgere delle indagini e maggiori controlli per venire finalmente a capo delle cause di inquinamento.
Abbiamo auspicato una migliore pubblicizzazione da parte dell’amministrazione comunale dei risultati delle analisi delle acque di scarico dei depuratori (per esempio, obbligando ciascun stabilimento balneare ad esporli), analisi che, nel periodo estivo, ci auguriamo abbiano una frequenza per lo meno bisettimanale.
Poi, abbiamo osservato che, anche se il problema della balneabilità coinvolge un’area più vasta di quella della semplice costa di San Nicola Arcella, ci sono, comunque, alcune cose sulle quali la responsabilità di intervenire è dell’Amministrazione di San Nicola:
• Lo scarico del depuratore della Marinella che termina nel mezzo della baia e ad una profondità insufficiente. Questo è un controsenso ingegneristico, visto che, trattandosi di una baia, questi scarichi rimangono intrappolati in essa ed i relativi effetti tendono ad accumularsi nel periodo luglio–agosto. Anche se il depuratore funziona perfettamente è invitabile, a nostra opinione, che una minima parte dei detersivi finisca nelle acque di scarico. Il problema, poi, viene certamente aggravato dal maggior carico estivo e, soprattutto, dalla incostanza di tale carico. Se poi si tiene conto che una notevole parte delle acque piovane finisce nella rete fognaria, è inevitabile che ad ogni pioggia tutti i depuratori vengano sbalestrati e che lo sbalestramento richieda qualche giorno prima che la situazione si normalizzi nuovamente. Ovviamente, la soluzione finale preferita dal Vicesindaco sarebbe quella di evitare che gli scarichi dei depuratori finiscano a mare direttamente o indirettamente (per esempio, perché scaricati nel terreno). Nel frattempo, i due rimedi possibili sono l’accurata separazione delle acque piovane dalle acque fognarie (problema non facile da risolvere in tempi brevi, ma che va assolutamente affrontato) e, nel frattempo, il prolungamento della tubazione di scarico sottomarina per portarla alla bocca della baia (200 metri?) 
• Ad ogni forte acquazzone, la baia diventa marrone per il fango che viene trascinato dalle acque piovane. Parte di essa è un’argilla finissima (che ha un effetto tensioattivo), la quale si deposita sul fondale e nella sabbia e si rimescola ad ogni movimento delle acque marine. Nulla di batteriologicamente pericoloso, ma che certamente viene percepito molto negativamente. Il rimedio non dovrebbe essere molto oneroso perché non si tratta di creare bacini terrazzati di contenimento della violenza delle acque, ma di incanalare le acque che provengono dall’area urbanizzata e che oggi si riversano come un fiume in ciascun canalone. Basterebbe una tubazione di plastica di adeguate dimensioni in modo da evitare l’effetto di erosione che ha questo fiume violento, se non incanalato. Il Vicesindaco è conscio del problema e ci ha informati che cercheranno di utilizzare allo scopo fondi già previsti per opere di bonifica di un canalone meno critico, sempre che riescano ad avere l’assenso della Regione. 
In conclusione, si è trattato di una discussione costruttiva, con scambio di informazioni da entrambe le parti e che si è volta in un clima di massima cooperazione. L’amministrazione comunale era già conscia di alcune delle problematiche, altre sono state evidenziate ed alcune iniziative positive sembrano già essere state avviate.

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